Sciatica
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sciatica o sciatalgia.

La sciatica, o sciatalgia, è l'irritazione dolorosa del nervo sciatico o nervo ischiatico.

Talvolta la sciatica interessa anche la zona lombare: in questo caso si parla di lombosciatalgia.

La sciatica ha quasi sempre un'origine osteopatica, per cui l'Osteopatia è altamente risolutiva nei confronti di un problema di sciatica o di lombosciatalgia.

L'Osteopatia risale all'origine del problema e ne rimuove stabilmente le cause garantendo un risultato stabile sul lungo periodo.

Cenni anatomici

Il nervo sciatico, Osteopatia Genova
Il nervo sciatico
Mancini-Morlacchi
Clinica ortopedica
Piccin, pag.129

Il nervo sciatico, o ischiatico, è il nervo più lungo del corpo umano.

Origina da fibre fuoriuscenti dagli ultimi due metameri lombari (L4 e L5) e dai primi tre sacrali (S1, S2, S3).

Tali fibre si riuniscono a ventaglio formando il plesso lombosacrale e convergono in un unico tronco nervoso denominato, appunto, nervo sciatico.

Il nervo sciatico, così formato, scende verso il basso passando sotto al muscolo piriforme e appoggiandosi sull'osso ischiatico, la porzione più bassa del bacino.

Prosegue quindi posteriormente alla coscia fino alla parte posteriore del ginocchio dove si divide in due tronchi principali: il nervo tibiale o sciatico popliteo interno (SPI) che prosegue dietro al polpaccio e il nervo peroneo comune o sciatico popliteo esterno (SPE) che devia lateralmente avvolgendo il polpaccio dall'esterno.

Il nervo sciatico (compresi i suoi due rami di derivazione tibiale e peroneo) ha due funzioni:

La zona lombare, al contrario, non rientra nel territorio di innervazione del nervo sciatico ma il mal di schiena basso può derivare, come vedremo, dalle stesse disfunzioni dinamiche all'origine della sciatica.

Per cui anche la lombosciatalgia, al pari della sciatica, ha una base osteopatica.

Sintomi della sciatica

Il principale sintomo con cui si manifesta la sciatica è il dolore che può comparire da solo o accompagnato da altri sintomi collaterali.

Vediamo meglio

Dolore

Nella sciatica il dolore si manifesta tipicamente lungo il decorso del nervo sciatico, vale a dire posteriormente alla coscia e lateralmente sotto il ginocchio fino al piede.

Talvolta il dolore della sciatica può estendersi anche alla zona lombare.

Solitamente la sciatica si sviluppa da un lato ma, in casi meno frequenti, può coinvolgere entrambi gli arti inferiori.

Il dolore descritto è un dolore urente, profondo, acuto, come avere un coltello all'interno della gamba, talvolta a scossa elettrica.

Il dolore aumenta in particolari situazioni:

Solitamente il dolore tende ad affievolirsi in condizioni di riposo, per esempio da sdraiato anche se comunque, da sdraiati, si può manifestare cambiando posizione o facendo particolari movimenti.

Altri sintomi

Sintomi associati al dolore possono essere:

Considerata la vastità del territorio di innervazione del nervo sciatico, a volte questi sintomi possono essere presenti in zone di non dolore.

Vale a dire può essere presente, per esempio, un dolore al polpaccio e un formicolio dietro la coscia.

Complicanze

Talvolta i sintomi sopra esposti possono raggiungere livelli di intensità tali da creare situazioni di emergenza.

Un grave deficit di forza degli arti inferiori, per esempio, può compromettere la possibilità di deambulare.

Anche una assenza totale di sensibilità può compromettere la funzione dell'arto inferiore: l'insensibilità della pianta del piede o della gamba possono creare, di riflesso, turbe motorie.

La motricità, infatti, viene regolata sulla base delle afferenze sensitive, in particolare propriocettive: se queste sono alterate o vengono a mancare la risposta motoria non sarà adeguata.

Pertanto possono sopraggiungere problemi di coordinazione motoria o di equilibrio.

Inoltre, nei casi più gravi, può verificarsi una perdita di controllo degli sfinteri anale e vescicale.

In questi casi può essere associata una compromissione funzionale del midollo spinale (sindrome della cauda equina).

Cause della sciatica

La sciatica ha quasi sempre una causa osteopatica, cioè una causa meccanica e funzionale.

Tuttavia, in un numero minore di casi, esistono casi di sciatica di competenza non funzionale e quindi non risolvibili con l'Osteopatia.

Pertanto, ai fini della trattazione, preferiamo distinguere le cause della sciatica in cause di origine osteopatica e cause di origine non osteopatica.

Anche se la maggior parte dei casi di sciatica è statisticamente riconducibile a disfunzioni osteopatiche, le disfunzioni osteopatiche non sono rilevabili dalla diagnostica standard, vale a dire da radiografie, risonanze magnetiche o TAC.

In molti casi, pur essendo presente una sciatica, il Paziente non presenta grosse alterazioni a livello vertebrale o per lo meno non di entità così importante da giustificare i sintomi riferiti.

In questo caso di solito sono in atto disfunzioni dinamiche dell'apparato locomotore, vale a dire blocchi meccanici del bacino o della colonna vertebrale, contratture muscolari o altri fenomeni funzionali.

Questi aspetti non sono evidenziabili dalla diagnostica per immagini per il semplice motivo che da una fotografia non è possibile capire se una parte non si muove o se si trova sotto compressione, per citare degli esempi.

Le disfunzioni osteopatiche vengono rilevate con opportuni test dinamici di tipo osteopatico.

Quando, al contrario, attraverso gli esami diagnostici vengono evidenziate alterazioni della struttura ossea come schiacciamenti vertebrali, ernie, slittamenti vertebrali o simili, allora bisogna operare una distinzione dal momento che molti di questi aspetti sono già essi stessi conseguenze di disfunzioni osteopatiche mentre altri invece no.

Vediamo sommariamente le principali casistiche di situazioni di derivazione osteopatica.

Ernia del disco

L'ernia del disco è generalmente considerata la causa principale della sciatica.

In effetti a volte una voluminosa ernia del disco comprime una radice nervosa del nervo sciatico producendo risentimenti a valle nel territorio di innervazione di tale radice.

Questo vale per le ernie che si sviluppano fra L4 - L5 e fra L5 - S1, vale a dire a livello delle due radici lombari del nervo sciatico.

In realtà questo meccanismo non è così frequente.

Innanzitutto si osserva che, nella maggior parte dei casi, i Pazienti che soffrono di sciatica non presentano alterazioni così evidenti a livello dei suddetti dischi vertebrali.

Molto spesso fra L4 e S1 non vi sono compressioni così significative o, al limite, esistono compressioni minime che, appunto, non giustificano i sintomi dolorosi riferiti dal Paziente.

Inoltre esistono persone che, pur presentando ernie delle stesse proporzioni a questo livello, non riferiscono alcun sintomo.

Infine si osserva come, trattando con l'Osteopatia, la maggior parte dei casi di sciatica venga risolto in tempi non compatibili con il tempo di risoluzione di un'ernia (l'ernia c'è ancora ma il Paziente sta meglio).

Per questi motivi, anche qualora sia presente effettivamente un'ernia, non è affatto detto che tale ernia sia responsabile dello scatenamento di una sciatica, bisogna sempre valutare da caso a caso.

Detto questo l'ernia del disco è sempre l'espressione di un disordine meccanico su cui è prudente, talvolta necessario, intervenire.

Ma, in ogni caso, non tutte le ernie del disco generano una sciatica.

Per maggiori informazioni vai alla sezione sull'ernia del disco.

Spondilolistesi

Si definisce spondilolistesi uno slittamento vertebrale.

La spondilolistesi è un'alterazione fisiopatologica per cui una vertebra, all'immagine radiografica, appare non allineata rispetto alla sottostante, come se fosse scivolata.

Lo scivolamento può avvenire in qualsiasi direzione ed è sempre l'espressione di un disguido meccanico di tipo osteopatico a livello dei corpi vertebrali.

Come anche nel caso di un'ernia del disco, non è detto che la spondilolistesi in sé sia la causa scatenante della sciatica.

Molte sciatiche con spondilolistesi vengono trattate e risolte indipendentemente dalla spondilolistesi.

Con l'Osteopatia si interviene spesso su casi del genere e si osserva come, effettivamente, vi sia una remissione della sintomatologia della sciatica mentre la spondilolistesi è ancora presente e attiva.

In ogni caso la spondilolistesi è sempre il risultato di un processo di trazione meccanica del corpo vertebrale verso direzioni non fisiologiche per cui, indipendentemente dalla sciatica, merita comunque una speciale attenzione.

Puoi trovare maggiori informazioni alla sezione sulla spondilolistesi.

Sindrome del piriforme

La sindrome del piriforme è una particolare affezione di natura funzionale che comporta una sintomatologia dolorosa dietro la coscia a cui spesso si associa un dolore localizzato in profondità a livello del gluteo.

Questa complessa sintomatologia origina dalla contrattura del muscolo piriforme che comprime il nervo sciatico a livello del bacino.

Il nervo sciatico, appena formato dall'unione delle sue radici, passa attraverso la grande incisura ischiatica appoggiandosi all'ischio ed è sormontato dal muscolo piriforme che lo incrocia a circa novanta gradi.

Il muscolo piriforme, quando si trova in uno stato di contrattura, va letteralmente a comprimere il nervo sciatico sull'osso ischiatico.

Quindi si hanno:

La contrattura del muscolo piriforme dipende sempre dalle disfunzioni meccaniche del bacino, in particolare dell'osso sacro.

Per cui, allo scopo di risolvere una sciatica da sindrome del piriforme, è necessario riequilibrare il bacino da un punto di vista meccanico.

La sciatica da sindrome del piriforme è di competenza osteopatica.

Sciatica di origine non osteopatica

Esistono anche casi di sciatica di origine non osteopatica.

Si tratta di situazioni meno numerose da un punto di vista statistico, ma più gravi sotto il profilo clinico.

Fra le casistiche principali ricordiamo:

Questi casi, pur costituendo una minoranza, devono essere esclusi in via prioritaria.

Per questo motivo, in caso di sciatica, è necessario rivolgersi per prima cosa al Medico di Medicina Generale al fine di escludere patologie gravi.

Fattori di rischio

La sciatica colpisce prevalentemente gli uomini fra i 30 e i 50 anni.

Tuttavia, sulla base delle statistiche epidemiologiche, non esistono fattori di rischio facilmente identificabili.

Vediamo meglio.

Stile di vita

Lo stile di vita sembra non incidere in maniera significativa sullo sviluppo di una sciatica.

La sciatica colpisce indipendentemente da fattori come:

Sovrappeso

Il sovrappeso non è un fattore di rischio per la sciatica.

La dimostrazione è che la maggior parte dei Pazienti che soffrono di sciatica non presentano parametri ponderali fuori dalla norma.

Certamente il sovrappeso rappresenta un fattore di rischio per altre patologie e deve essere tenuto sotto stretto controllo.

Tuttavia l'esperienza dimostra che un calo ponderale, per quanto necessario e importante, spesso non è sufficiente a eliminare una sciatica.

Certamente la riduzione di massa grassa può essere di aiuto ma le cause della sciatica vanno sempre ricercate in ambito biomeccanico.

Malattie predisponenti

Non sembrano esistere malattie predisponenti la sciatica.

Alcune malattie come per esempio artrosi, osteoporosi, diabete, deficit di oligoelementi o altre situazioni patologiche generiche non sembrerebbero essere associate alla sciatica in maniera specifica.

La maggior parte dei Pazienti che presenta sciatica non arriva da particolari situazioni patologiche.

Sciatica e gravidanza

Talvolta durante il periodo della gravidanza, soprattutto nella fase avanzata, può insorgere una sciatica.

In questi casi, solitamente, la sciatica dipende da disfunzioni osteopatiche già in atto precedentemente.

Generalmente si tratta di disfunzioni non troppo compromettenti che in condizioni normali non danno sintomi ma incominciano a manifestarsi in seguito all'aumento del volume del ventre materno.

Molte donne affrontano la gravidanza in condizioni dinamiche non ottimali, con blocchi meccanici a livello del bacino.

Tali disfunzioni spesso non provocano alcun problema in condizioni standard poiché vengono ben compensate.

Quando tuttavia il ventre subisce un aumento di volume importante i compensi della colonna vertebrale vengono meno e le disfunzioni osteopatiche incominciano a emergere dando origine a sintomi.

La sciatica è appunto la manifestazione di questo tipo di situazioni.

Allo scopo di trattare una sciatica in gravidanza l'Osteopatia è assolutamente indicata poiché con le tecniche osteopatiche è possibile risolvere quelle disfunzioni meccaniche che sono all'origine della sofferenza del nervo sciatico.

Aggiungiamo ancora che una revisione osteopatica è consigliata prima di affrontare una gravidanza proprio per individuare la presenza di disfunzioni dinamiche a livello del bacino e correggerle preventivamente.

Per maggiori informazioni puoi andare al trattamento osteopatico in gravidanza.

Rimedi tradizionali per la sciatica

Non appena insorge una sciatica il Paziente entra in una fase di auto osservazione in cui cerca di capire la possibile evoluzione del problema.

Innanzitutto bisogna considerare che in molti casi dopo un periodo di qualche settimana la sciatica tende a regredire spontaneamente.

Questo avviene soprattutto nei casi in cui il sintomo non è eccessivamente intenso.

Quando, al contrario, la sintomatologia è impotante e non ha la tendenza a regredire, allora il Paziente si attiva nel tentativo di affrontare il problema.

Il Paziente si rivolge quindi al Medico di Medicina Generale che lo avvia verso un preciso iter diagnostico e terapeutico.

Il Medico di Medicina Generale può formulare una diagnosi o inviare, nei casi più gravi, a Specialisti per approfondimenti.

Le terapie proposte sono generalmente sintomatiche e infatti variano al variare della gravità dei sintomi.

Rimedi di prima mano

In caso di sciatica, nell'immediato, possono essere tentate vie non propriamente terapeutiche, piuttosto cambiamenti di abitudini o generici correttivi.

Per esempio un Paziente può cercare di avere uno stile di vita più regolare, un sonno maggiormente confortevole, è possibile tentare di migliorare la qualità di materassi e cuscini, inserire nel programma settimanale un'attività fisica blanda o accorgimenti simili.

Talvolta è sufficiente modificare la postazione lavorativa in senso ergonomico o cambiare la tipologia di calzature.

Naturalmente non sempre questi accorgimenti sono di per sé sufficienti o risolutivi, tuttavia un miglioramento generale del proprio stile di vita è pur sempre un buon inizio, a prescindere dal fatto che possa costituire o meno una soluzione alla sciatica.

Terapia farmacologica blanda

La terapia farmacologica blanda generalmente costituisce la prima forma di intervento.

Non appena si manifesta una sciatica il Paziente, talvolta anche prima di rivolgersi al Medico di Medicina Generale, si avvale di antinfiammatori da banco o analgesici blandi.

Gli antinfiammatori possono essere assunti per via orale, tramite cerotto, tramite pomata, per via inframuscolare, per citare le vie di somministrazione più comune.

Il farmaco ha il vantaggio di agire rapidamente per cui costituisce un ottimo rimedio in fase di emergenza e spesso è risolutivo.

Fisiokinesiterapia

La fisiokinesiterapia viene sempre prescritta in caso di sciatica.

In ambito fisiokinesiterapico si distingue solitamente la terapia fisica dalla kinesiterapia.

La terapia fisica comprende una serie di applicazioni fisiche effettuate tramite apparecchiature specifiche.

Fra queste applicazioni ricordiamo tecarterapica, laserterapia, TENS, jonoforesi, elettrostimolazioni muscolari, ultrasuonoterapia, correnti diadinamiche e altre ancora.

Queste applicazioni hanno, per la maggior parte, scopo antidolorifico in quanto, sia attraverso il calore che attraverso la stimolazione dei recettori nervosi, vanno a lenire il dolore.

La kinesiterapia è la terapia del movimento.

Rientrano in questa definizione la ginnastica correttiva, la mobilizzazione passiva, la massoterapia, vale a dire le metodiche manuali.

Tali metodiche possono raggiungere un certo grado di evoluzione (metodi Mézière, Souchard, Cyriax, ecc.).

Soluzioni alternative

È possibile trattare la sciatica anche con metodi alternativi tra cui:

Alcune di queste metodiche sono riconosciute e parzialmente integrate dalla medicina tradizionale mentre altre sono in attesa di riconoscimento.

Terapia farmacologica più aggressiva

Qualora la terapia farmacologica blanda non produca risultati, esistono farmaci più potenti per abbattere il dolore.

In particolare farmaci cortisonici e oppiacei possono essere utilizzati in caso di sciatica persistente o con sintomi non riducibili.

Questi farmaci vengono prescritti sotto controllo medico sulla base di protocolli terapeutici specialistici.

In particolari casi è possibile somministrare tali farmaci per via epidurale, vale a dire attraverso un'iniezione spinale direttamente a livello vertebrale.

Questo tipo di intervento non può essere praticato in maniera troppo frequente (solitamente non più di tre volte all'anno) per cui tale opzione viene riservata ai casi più gravi.

Ozonoterapia

In presenza di un'ernia non eccessivamente voluminosa è possibile praticare l'ozonoterapia.

Si tratta di una metodica vicina alla soluzione chirurgica praticata in anestesia locale ma mini invasiva.

Una miscela di ossigeno/ozono viene introdotta a livello interdiscale allo scopo di ridurre l'ernia localmente attraverso la reazione ossidante dell'ossigeno.

Intervento chirurgico

In presenza di protrusioni importanti o ernie espulse, qualora le soluzioni precedenti non abbiano prodotto risultati, è possibile ricorrere a un intervento chirurgico allo scopo di rimuovere l'ernia.

Solitamente si interviene cercando di rimuovere la minore quantità di materiale possibile, in termini tecnici si operano interventi di discectomia o microdiscectomia.

Certamente, in caso di sciatica, questa opzione viene considerata la soluzione estrema.

Peraltro, ricordiamo, in molti casi acuti di sciatica non vengono evidenziate ernie del disco altrettanto importanti per cui l'intervento chirurgico non rappresenta una soluzione in tutti i casi.

Approccio osteopatico alla sciatica

Da un punto di vista osteopatico la sciatica rappresenta il risultato di uno squilibrio generale dell'apparato locomotore che, nello specifico, si esprime a livello di un arto inferiore o, talvolta, di entrambi.

Sotto il profilo tecnico la sciatica viene affrontata al pari degli altri disguidi tipicamente osteopatici, vale a dire cercando di riequilibrare la funzione dinamica generale dello scheletro e del sistema mio fasciale.

Sciatica, Osteopatia Genova

Nello specifico, una volta effettuate le correzioni di base sull'asse, è necessario testare tutto il percorso del nervo sciatico allo scopo di identificare le zone di restrizione specifichee risolverle.

Il trattamento osteopatico, sebbene in definitiva sia anch'esso orientato al sintomo (il Paziente alla fine deve stare bene!), tuttavia non interviene sul sintomo ma sulla causa del sintomo.

L'approccio osteopatico rappresenta una via risolutiva molto più diretta rispetto ad altre metodiche che, anche se talvolta apparentemente più rapide, tuttavia non riescono a garantire risultati a lungo termine.

L'approccio sintomatico, infatti, elimina il sintomo ma non risolve il prolema alla radice per cui, una volta terminato l'effetto terapeutico, la sciatica tende a riemergere.

Peraltro si osserva come una condotta terapeutica sintomatica protratta a lungo termine provochi, in ultima analisi, un aggravamento del sintomo per almeno due motivi:

Con questo comunque continuiamo a sostenere l'efficacia delle metodiche tradizionali, che hanno un'utilità importantissima nella risoluzione delle situazioni di emergenza.

Tuttavia, al tempo stesso, consideriamo l'approccio osteopatico un elemento indispensabile nel trattamento della sciatica poiché, risalendo all'origine del problema, permette di mantenere il benessere a lungo termine.

Trattamento osteopatico della sciatica

In caso di sciatica l'indagine osteopatica inizia dal tratto lombare e dal bacino per valutare l'entità delle disfunzioni locali, sempre presenti, e capire come è organizzata la disfunzione dinamica dello scheletro nel suo insieme.

Dato che però, in caso di sciatica, la maggior parte delle disfunzioni del bacino dipende da adattamenti dinamici della base del cranio, la valutazione dinamica del cranio spesso rappresenta effettivamente il primo passo.

Adattamenti osteopatici cranio sacrali

A livello cranio sacrale sono sempre presenti compromissioni in caso di sciatica.

Le disfunzioni del cranio rappresentano infatti quasi sempre la base di partenza delle disfunzioni dell'osso sacro e, di conseguenza, del tratto lombare.

Le parti maggiormente coinvolte a livello craniale sono le ossa della base cioè l'osso osccipitale, l'osso sfenoide e, soprattutto, le ossa temporali.

I micro adattamenti dinamici di questi elementi e le conseguenti compressioni (o tensioni) a livello delle relative suture creano una rigidità della base del cranio che può essere percepita in maniera molto diretta tramite palpazione.

La tensione a questo livello crea ripercussioni sull'osso sacro attraverso l'intermediazione della meninge esterna, vale a dire una cinghia fibroa robusta e inestensibile che connette il ranio con l'osso sacro.

Pertanto le disfunzioni craniali devono sempre essere risolte con la massima sollecitudine in caso di sciatica.

Il mancato trattamento del cranio impedisce tecnicamente lo sblocco meccanico del sacro con tutte le conseguenze.

La possibilità di riequilibrare la base del cranio è uno dei fattori, anche se non l'unico, che spiegano il successo dell'Osteopatia nel trattamento della sciatica.

Molti terapisti che intervengono allo scopo di riequilibrare la colonna vertebrale falliscono nel tentativo proprio per il mancato trattamento della base del cranio.

L'Osteopatia, al contrario, possiede test e tecniche per identificare e risolvere dette disfunzioni.

Adattamenti osteopatici del bacino

L'equilibrio dinamico delle strutture bacino è di basilare importanza per il trattamento della sciatica.

Ricordiamo infatti che l'emergenza di tutte le radici del nervo sciatico origina proprio dal bacino, ad esclusione del ramo di L4 che emerge dal tratto lombare.

La risoluzione delle disfunzioni craniali, per quanto indispensabile, non è tuttavia sufficiente a risolvere la totalità delle disfunzioni dinamiche del bacino.

Alcune disfunzioni del bacino sono intrinseche pertanto devono essere risolte localmente con manovre dirette.

Ci riferiamo per esempio alle disfunzioni del pavimento pelvico, alle contratture dei muscoli extrarotatori dell'anca, alle disfunzioni pubiche, alle tensioni specifiche dei legamenti posteriori delle articolazioni sacroiliache, alle contratture dei muscoli paravertebrali e altro ancora.

Attraverso l'Osteopatia è possibile eliminare tutte le tensioni e le disfunzioni intrinseche del bacino mediante tecniche non invasive e assolutamente efficaci.

In questo modo si restituisce respiro alle parti bloccate alleggerendo le compressioni sulle articolazioni sacro iliache e sul sistema fasciale interno al bacino attraverso cui transitano i rami del nervo sciatico.

Per ulteriori informazioni vai alla pagina sulla riabilitazione del pavimento pelvico.

Adattamenti osteopatici del tratto lombare

Nello scatenamento della sciatica, a livello lombare vi è un coinvolgimento diretto di L4 e L5, le ultime due vertebre lombari.

Disfunzioni a questo livello si ripercuotono in maniera diretta sui rami spinali omonimi i quali partecipano in maniera importante alla costituzione anatomica del nervo sciatico.

Tuttavia le disfunzioni vertebrali primarie a livello di L4 e L5 non sono così frequenti da un punto di vista statistico.

Nel senso che le disfunzioni somatiche di L4 e L5 solitamente sono secondarie alle disfunzioni sacro iliache.

Pertanto, nella maggior parte dei casi, L4 e L5 vengono liberate senza bisogno di ricorrere a manovre dirette, ma semplicemente sbloccando il bacino.

In ogni caso è fondamentale testare con accuratezza il tratto lombare poiché disfunzioni a questo livello sono di per sé più che sufficienti provocare una sciatica.

Inoltre è comunque sempre necessario testare e riequilibrare il sistema miofasciale intrinseco della zona lombare che spesso si trova soggetto a tensioni locali.

Adattamenti osteopatici dell'arto inferiore

In caso di sciatica l'arto inferiore deve essere accuratamente valutato sotto il profilo biomeccanico.

Ricordiamo infatti che il nervo sciatico transita internamente al comparto posteriore della coscia fino al ginocchio, al di sopra del quale si sdoppia nei due rami tibiale e peroniero.

A livello dell'arto inferiore lo sciatico transita nella compagine di muscoli potenti, talvolta passando in strettoie anatomiche all'interno delle quali può subire compressioni.

Pertanto il decorso del nervo sciatico deve essere accuratamente valutato per trovare eventuali contratture o tensioni fasciali che ne possano perturbare la funzionalità.

Bisogna considerare infatti che il nervo sciatico può subire una compressione non solo a livello vertebrale (ernia del disco) ma anche lungo altri punti del suo lungo decorso.

Anzi nella maggior parte dei casi la sciatica dipende non tanto dall'ernia del disco, quanto piuttosto da compressioni che avvengono a livello del bacino o dell'arto inferiore.

Le contratture dei muscoli ischio crurali per esempio spesso danno componenti tensive sul nervo sciatico.

Le disfunzioni della testa del perone possono dare ripercussioni sul ramo pernoeale dello sciatico (sciatico popliteo esterno), che innerva la parte laterale della gamba sotto il ginocchio.

Allo stesso modo le tensioni a livello dell'anello del soleo possono perturbare il ramo tibiale del nervo sciatico (sciatico popliteo interno) che in questo tratto può subire compressioni.

Questi esempi per capire come, a livello dell'arto inferiore, possano esistere zone di criticità spesso fortemente responsabili dello sviluppo di una sciatica.

Le tensioni muscolari dell'arto inferiore responsabili della sciatica sono trattabili con l'Osteopatia.

Adattamenti osteopatici del piede

Normalmente si è portati a considerare la sciatica un problema discendente, vale a dire un problema che origina dalla schiena a scende lungo la gamba.

A volte avviene esattamente il contrario.

In alcuni casi, statisticamente meno frequenti, disfunzioni osteopatiche a livello del piede generano tensioni che tendono a salire verso l'alto.

In altri termini il nervo sciatico, invece di essere perturbato nella parte alta, è stirato a partire dalla parte bassa.

In questi casi è necessario valutare l'assetto dinamico del piede e correggerlo.

Le parti maggiormente coinvolte sono quelle del retropiede: il calcagno, l'astragalo e la coppia scafoide / cuboide.

Disfunzioni a questo livello generano tensioni muscolo fasciali soprattutto a livello del polpaccio e della gamba sotto il ginocchio creando tensioni e stiramenti dei rami tibiale e peroneo del nervo sciatico.

Queste tensioni si esprimono con bruciori e fitte soprattutto sotto al ginocchio quando il Paziente poggia il piede a terra.

L'Osteopatia tratta queste disfunzioni con tecniche dirette volte a riequilibrare l'assetto dinamico del piede e della gamba.

Adattamenti osteopatici viscerali

In caso di sciatica non bisogna sottovalutare gli adattamenti osteopatici dei visceri.

Le disfunzioni osteopatiche viscerali per la verità non sono molto frequenti ma, quando presenti, assolutamente incisive e tutt'altro che innocue.

Per inciso ricordiamo che una disfunzione osteopatica di tipo viscerale non costituisce una patologia viscerale.

Il viscere è assolutamente sano e funziona perfettamente.

Semplicemente un viscere soggetto a disfunzione osteopatica vede ridotta la possibilità di muoversi all'inteno della propria loggia.

I visceri infatti godono di una certa mobilità all'interno del corpo, a volte anche notevole, allo scopo di adattarsi meglio a svolgere i propri compiti e anche per adattarsi ai movimenti del tronco e del torace.

Se un viscere perde questa capacità, magari anche solo in parte, i tessuti circostanti si irrigidiscono di conseguenza creando un nodo di tensione locale che tende, in maniera più o meno diretta, a influenzare la mobilità di tutto l'organismo.

Disfunzioni di visceri come fegato, stomaco, reni o vescica, per citare esempi concreti, possono ripercuotersi a livello globale creando restrizioni a livello vertebrale o del bacino.

Pertanto le disfunzioni viscerali devono essere intercettate e ridotte.

L'Osteopatia dispone di test e tecniche viscerali in grado di ridurre le disfunzioni viscerali responsabili della sciatica alleggerendo le strutture assiali da cui origina il nervo sciatico.

Casi reali

Gli esempi di casi trattati sono moltissimi.

Uno per tutti il caso di un impiegato di 45 anni che presentava una sciatica sinistra da diversi anni.

Il Paziente conviveva con questa sciatica per la maggior parte dell'anno, nel senso che essa si manifestava ordinariamente in forma lieve e talvolta sembrava sparire.

Tuttavia in alcuni periodi, per lo più in periodi pesanti sotto il profilo psico fisico, si accentuava dando dolori acuti lungo tutta la gamba al punto da costringerlo a qualche giorno di riposo.

Questi attacchi venivano affrontati con terapie antinfiammatorie abbinate a cicli di fisioterapia.

Questo tipo di soluzione ha funzionato per anni tanto che il Paziente era arrivato al punto di convivere con questa situazione in maniera abbastanza sostenibile.

Durante gli ultimi due anni tuttavia gli attacchi si erano intensificati al punto dimanifestarsi anche tre o quattro volte all'anno e anche l'intensità del dolore era aumentata.

A questo punto il Paziente si è attivato per trovare un rimedio a questa situazione rivolgendosi a più Specialisti e a diverse figure professionali.

Dalla disgnostica per immagini è emersa la presenza di una voluminosa ernia discale nel tratto L5 - S1 e un'ernia di minore entità nel tratto L4 - L5.

Questo Paziente, pertanto, era stato messo in lista d'attesa per un intervento di ernia del disco e aspettava la chiamata dall'ospedale.

Tuttavia, avendo sentito parlare dell'Osteopatia da un collega, questo Paziente ha comunque voluto fare qualche seduta.

Lo scopo non era tanto quello di evitare l'intervento chirurgico, considerato a questo punto inevitabile, ma di cercare per lo meno di ridurre la sintomatologia acuta in attesa dell'intervento.

Incoraggiato dai risultati delle prime sedute e soprattutto compresa la natura del problema, il Paziente è rimasto fedele al programma osteopatico seguendo il percorso fino alla fine.

Grazie all'intervento osteopatico il Paziente è uscito dalla fase acuta in una settimana ed è riuscito a risolvere stabilmente il problema in qualche mese.

In totale sono state necessarie cinque o sei sedute spalmate in meno di sei mesi.

Sei mesi possono sembrare un periodo lungo ma bisogna considerare che la sciatica era in atto da anni.

Inoltre questo Paziente, incontrato a distanza di più di un anno, ha riferito di non avere più sofferto di sciatica.

Per inciso, nel corso del periodo in cui è stato trattato con l'Osteopatia, questo Paziente ha rimandato due volte l'intervento chirurgico fino al punto di evitarlo.

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