Gambe gonfie
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta le gambe gonfie.

Le gambe gonfie possono avere diverse cause, fra cui quasi sempre cause osteopatiche.

Spesso infatti sono essere presenti contratture muscolari o strozzamenti venosi o linfatici che impediscono al sangue e soprattutto alla linfa di risalire.

Attraverso l'Osteopatia è possibile risolvere questi disguidi in modo tale da permettere ai liquidi di risalire più agevolmente verso il cuore e, in questo modo, alleggerire le gambe.

Cenni anatomici

Nel corpo umano circolano due tipi di liquidi: il sangue e la linfa.

Questi liquidi viaggiano separatamente, nel senso che ciascuno di essi ha i propri vasi, cioè i propri "tubi".

Sistema linfatico, Osteopatia Genova
Il sistema linfatico

Esistono quindi due tipi di "tubature": l'apparato circolatorio sanguigno e l'apparato circolatorio linfatico.

Da un punto di vista anatomico, i principali tronchi venosi e linfatici di ritorno dall'arto inferiore transitano in appositi canali situati fra i muscoli e, in alcune zone, passano attraverso vere e proprie strettoie.

La differenza principale è che mentre l'apparato circolatorio sanguigno è dotato di una pompa, il cuore, l'apparato circolatorio linfatico è invece sprovvisto di tale dispositivo.

Quindi, mentre il sangue circola poiché è spinto dal cuore, la linfa circola sfruttando altri meccanismi.

Il meccanismo principale che permette alla linfa di avanzare è la contrazione dei muscoli: i muscoli, contraendosi, spremono letteralmente la linfa in avanti, soprattutto in alto, e le permettono di spostarsi nei propri condotti.

Quindi, a differenza della circolazione sanguigna, la circolazione linfatica è lenta, poco potente e può essere facilmente ostacolata.

Peraltro i vasi linfatici sono spesso interrotti dalla presenza di linfonodi che, se infiammati, possono rallentare il flusso linfatico.

Bisogna ancora considerare che la linfa è presente in una quantità molto maggiore rispetto al sangue per cui il sistema linfatico è molto più esteso del sistema circolatorio sanguigno.

Cause

Nella maggior parte dei casi la causa delle gambe gonfie è un deficit di ritorno venoso o linfatico e, molto spesso, questo problema ha una causa osteopatica.

Come già esposto, i vasi venosi e linfatici transitano nella compagine dei muscoli, in appositi canali che, a tratti, presentano strettoie o restringimenti.

Tali canali, in particolare in corrispondenza delle strettoie, possono subire compressioni anomale per via di contratture dei muscoli circostanti.

Così, sia per quanto riguarda il sangue che per quanto riguarda la linfa, la risalita risulta compromessa: il ritorno linfatico, tuttavia, subisce i maggiori rallentamenti.

In questo modo, per gravità, la massa liquida si accumula in basso dando origine a gambe gonfie e molto spesso a linfedema.

Dato che il liquido tende ad accumularsi appunto verso il basso, i maggiori accumuli si verificheranno a livello delle estremità: in questo modo si avranno soprattutto caviglie gonfie.

Del resto, posizionando le gambe in alto ed eliminando così la gravità, le gambe tendono a sgonfiarsi.

Oltre che da cause osteopatiche, la presenza di gambe gonfie può essere anche giustificata da alcune patologie specifiche:

Quindi per prima cosa è necessario escludere la presenza di patologie ma, in ogni caso, una patologia medica non esclude la presenza di un adattamento osteopatico.

Quindi, in caso di gambe gonfie, una revisione osteopatica è sempre consigliata.

Segni e sintomi

Un quadro clinico caratterizzato da gambe gonfie può presentarsi secondo diverse modalità.

Innanzitutto bisogna valutare il numero di arti coinvolti.

Se il gonfiore coinvolge un solo arto, il problema normalmente è localizzato a livello dell'arto coinvolto: in questo caso si ha sempre una netta differenza di calibro fra un arto e l'altro.

Se invece il gonfiore si manifesta a entrambi gli arti, allora il problema può essere di tipo sistemico (ritenzione idrica, patologie cardiache o renali, ecc.) o semplicemente lo stop venoso o linfatico può essere localizzato più a monte (bacino, zona lombare, diaframma, torace).

Per quanto riguarda la consistenza della gamba, si può avere o un edema molle che tende a recedere con il riposo notturno, o una tumefazione dura, non comprimibile e di consistenza fibrosa. In quest'ultimo caso il problema è più strutturato ed è necessario escludere patologie specifiche.

Nella maggior parte dei casi, con le gambe gonfie sono presenti sintomi associati:

Tutte queste sintomatologie peggiorano in stazione eretta: in questo modo chi svolge mestieri che obbligano a mantenere la stazione eretta per tanto tempo sarà maggiormente esposto al rischio di gambe gonfie e sintomi associati.

Anche l'inattività contribuisce a sviluppare gambe gonfie con una certa frequenza: abbiamo visto come i muscoli contribuiscano in maniera essenziale al ritorno linfatico, per cui l'inattività non gioca a favore.

Ancora, le gambe gonfie e le sintomatologie associate peggiorano con le alte temperature, per cui nei mesi estivi le gambe tendono a gonfiarsi maggiormente.

Ancora non bisogna sottovalutare l'influenza ormonale: nelle donne in età fertile le gambe gonfie si manifestano maggiormente nella settimana che precede le mestruazioni. In tale periodo gli ormoni femminili, che hanno effetti vasodilatatori, presentano tassi ematici piuttosto elevati.

Rimedi tradizionali

Per combattere il problema delle gambe gonfie e pesanti, esistono diverse terapie e accorgimenti:

Trattamento osteopatico delle gambe gonfie

L'approccio osteopatico alle gambe gonfie non si limita a puntare semplicemente a sgonfiare le gambe ma mira a eliminare le cause delle gambe gonfie.

Molto spesso infatti le gambe gonfie dipendono da compressioni sui vasi venosi e linfatici, delle sorte di "strozzature".

Attraverso le tecniche osteopatiche è possibile eliminare tali "strozzature" e permettere ai fluidi di circolare liberamente.

Come già esposto, le cause delle gambe gonfie non sono solo osteopatiche ma compressioni del genere sono quasi sempre presenti e quindi devono essere assolutamente eliminate.

A tale scopo è necessario agire non solo sulle gambe gonfie ma anche a monte, anzi soprattutto a monte, poiché molto spesso le restrizioni più importanti si trovano a monte degli arti inferiori.

Del resto lo stesso principio metodologico è condiviso anche dalla tecnica di drenaggio linfatico manuale, per lo meno secondo i dettami di Vodder, che ritengo del tutto validi.

Tuttavia l'Osteopatia è molto più efficace del linfodrenaggio poiché, mentre il linfodrenaggio si limita a spostare la linfa senza rimuovere le cause di accumulo, l'Osteopatia elimina le compressioni e gli strozzamenti dei vasi, cioè la principale causa delle gambe gonfie.

In questo modo la tecnica osteopatica ha un effetto molto più potente del semplice linfodrenaggio e gli effetti durano più a lungo.

Adattamenti osteopatici a livello cranio-sacrale

Il sistema cranio-sacrale è sempre coinvolto in caso di gambe gonfie.

Gli adattamenti osteopatici del sistema cranio-sacrale innanzitutto creano problemi di mobilità al bacino, in particolare all'osso sacro.

Questo significa che, per esempio, adattamenti del bacino in torsione possono creare compressioni meccaniche sui fasci vascolo nervosi ivi presenti.

Ma gli adattamenti cranio-sacrali provocano anche problemi neurovegetativi.

Le tensioni presenti a livello endocranico, infatti, posso riflettersi sull'ipofisi e quindi sulla secrezione degli ormoni che regolano la ritenzione idrica: ricordiamo che l'ormone antidiuretico (ADH) è prodotto dall'ipofisi posteriore.

Quindi le tensioni presenti a livello craniale devono essere eliminate in via prioritaria.

Adattamenti osteopatici a livello del torace

Nel torace, a livello del mediastino cioè della zona compresa fra i polmoni, transita il dotto toracico, vale a dire la principale vena linfatica che raccoglie la linfa dalla parte inferiore del corpo.

Una compressione endotoracica che si riflette sul dotto toracico provoca una deficit di drenaggio della parte inferiore del corpo, compresi gli arti inferiori.

Quindi il torace va esaminato a fondo, soprattutto per quanto riguarda la meccanica costale e delle vertebre dorsali.

Adattamenti osteopatici a livello del diaframma

Il muscolo diaframma, deputato alla respirazione, presenta potenti inserzioni a livello vertebrale.

In prossimità di queste inserzioni e fra le fibre muscolari del diaframma transitano sia il dotto toracico che la vena cava inferiore che raccolgono rispettivamente la linfa e il sangue dalla parte inferiore del corpo.

Quindi una contrattura del diaframma ostacola il ritorno sia linfatico che venoso in maniera significativa.

Per questo motivo le contratture del diaframma devono essere sempre risolte.

Adattamenti osteopatici a livello lombare

Le vertebre lombari innanzitutto offrono inserzione al diaframma, per cui un adattamento funzionale a questo livello può provocare una tensione anomala sul diaframma, con tutte le conseguenze già descritte.

Inoltre il diaframma offre inserzioni anche al muscolo psoas, le cui tensioni possono riflettersi sul bacino, obbligandolo ad adattarsi lungo assi non fisiologici.

Anche in questo caso, come già esposto, si possono avere ripercussioni emodinamiche e linfatiche.

Adattamenti osteopatici a livello del bacino

Il bacino, oltre a ricevere tensioni da altri distretti (cranio, zona lombare) può presentare anche adattamenti intrinseci.

La zona sicuramente di maggiore interesse è la zona inguinale, cioè la porzione anteriore fra il pube e la cresta iliaca.

A questo livello è presente il legamento inguinale, sotto il quale transitano i vasi iliaci che raccolgono tutto il flusso di ritorno dall'arto inferiore. Compressioni a questo livello possono generare impedimenti notevoli al ritorno venoso e linfatico.

In ogni caso anche il pavimento pelvico o i muscoli extrarotatori dell'anca devono essere revisionati poiché tensioni a questo livello creano una disarmonia in tutto il bacino e quindi, in ultima analisi, si ripercuotono anch'esse sul drenaggio venoso e linfatico.

Adattamenti osteopatici a livello dell'arto inferiore

Le zone di maggiore interesse sono le zone che offrono passaggio ai vasi venosi e linfatici di ritorno.

Innanzitutto il triangolo di Scarpa, una zona posta sulla faccia anteriore della coscia subito sotto l'inguine.

A questo livello transitano i vasi iliaci esterni che raccolgono il sangue dalla vena femorale (circolazione profonda) e dalla vena safena (circolazione superficiale).

Entrambe queste vene transitano nella parte interna della coscia che deve quindi essere trattata in maniera approfondita.

Un'altra zona di grande interesse è la zona poplitea, dietro al ginocchio, che offre passaggio alla vena poplitea.

Infine il polpaccio e il piede devono essere trattati per intero: la spinta dei liquidi per la risalita incomincia proprio a questo livello per cui impedimenti muscolari, fasciali o articolari in questi distretti creano deficit di ritorno molto importanti.

Casi reali

Riferisco il caso di una Paziente di 55 anni, di professione commessa, in sovrappeso, con un grave problema cronico di gambe gonfie, oltre che di insufficienza renale.

Questa Paziente presentava un problema di gonfiore a entrambe la gambe, associato a dolore nella parte interna della coscia e sotto la pianta dei piedi.

Dal momento che la Paziente era costretta a stare in piedi per tutto il turno lavorativo, peraltro in una posizione piuttosto statica, il gonfiore e il dolore a fine giornata erano insopportabili.

Allo scopo di contenere il problema, si serviva di calze elastiche piuttosto forti, che tuttavia davano poco sollievo.

Saltuariamente la Paziente effettuava sedute di linfodrenaggio e fisioterapia e, per un periodo, aveva praticato anche un po' di attività fisica (nuoto, cyclette): tuttavia la situazione era sempre piuttosto stazionaria.

La Paziente si era rivolta all'Osteopatia in seguito a un consiglio da parte di un'amica che era stata trattata per un problema di caviglia gonfia.

Questa Paziente presentava un adattamento osteopatico generale piuttosto impegnativo poiché erano presenti restrizioni diffuse a partire dal cranio fino ai piedi.

In particolare a livello dell'arto inferiore la fascia femorale interna e il piede erano le zone maggiormente compromesse.

In seguito a un ciclo osteopatico di quattro sedute la Paziente ha avuto un leggero miglioramento sul gonfiore ma un enorme miglioramento sui sintomi collaterali.

In particolare il dolore è completamente scomparso, sia nell'interno coscia che sotto ai piedi, la Paziente ha riferito di sentire una maggiore leggerezza alle gambe e ha riferito di sentirsi molto meno stanca dopo il lavoro e in generale.

Il gonfiore delle gambe, in effetti, si è ridotto in maniera non significativa.

Tuttavia bisogna considerare che la Paziente era in sovrappeso da anni, presentava un'insufficienza renale cronica e ipertensione arteriosa cronica.

Con una ritenzione idrica di questo livello, è molto difficile pensare di ottenere una riduzione di volume selettiva di una parte del corpo escludendo il resto.

Tuttavia, nonostante questo, un miglioramento c'è comunque stato, anche da un punto di vista del gonfiore, ma soprattutto c'è stato un notevole miglioramento della qualità della vita.

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