Sindrome di
Parsonage-Turner
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sindrome di Parsonage-Turner.

In questi casi sono spesso presenti quadri osteopatici associati che peggiorano notevolmente il quadro sintomatico.

L'Osteopatia aiuta a ridurre il dolore e contribuisce ad accelerare il recupero della forza muscolare.

Cosa è la sindrome di Parsonage-Turner

La sindrome di Parsonage-Turner è un disturbo del sistema nervoso periferico che provoca un'importante invalidità a carico della spalla.

Si tratta di una forma molto rara, poiché statisticamente coinvolge 2 o 3 persone su 100.000; inoltre colpisce prevalentemente il sesso maschile e verosimilmente il lato destro.

Presenta un esordio acuto e una prognosi benigna, nel senso che presenta una remissione spontanea.

L'aspetto più problematico è tuttavia legato alle tempistiche poiché, se non trattata, la sindrome di Parsonage-Turner può durare mesi o più di un anno.

Segni e sintomi

La sindrome di Parsonage-Turner presenta uno svolgimento sintomatico che si sviluppa in diverse fasi.

Prima fase

La prima fase è caratterizzata dall'insorgenza di un dolore acuto, lancinante o pulsante, localizzato prevalentemente ad una spalla ma non di rado esteso anche al collo, al torace, all'arto superiore e alla mano.

Il dolore si manifesta prevalentemente nelle ore notturne e inoltre aumenta col movimento, per cui il Paziente tende a rimanere immobile.

Il dolore aumenta rapidamente in maniera significativa nel giro di poche ore e può mantenersi stabile con un'intensità molto acuta anche fino a otto settimane.

Seconda fase

Nel momento in cui il dolore comincia a calare, subentra un deficit di forza alla spalla associato a ipotrofia o addirittura atrofia muscolare.

Il deficit di forza può essere accompagnato da alterazioni della sensibilità, come parestesie o formicolii, e comunque anche da dolore, che spesso non regredisce totalmente ma si cronicizza in maniera sorda.

I segni tipici della sindrome di Parsonage-Turner sono:

Il deficit di forza tende a rientrare a volte dopo circa un mese ma talvolta può perdurare molti mesi o addirittura anni.

Cause

La causa della sindrome di Parsonage-Turner non è conosciuta.

Da quanto è possibile osservare però questa sintomatologia è sembra essere associata a diversi fattori fra cui stati infettivi pregressi, a malattie autoimmuni, terapie immunizzanti, interventi chirurgici o a traumatismi di vario genere.

Inoltre la sindrome di Parsonage-Turner puograve; essere associata ad alcune patologie fra cui poliarterite nodosa, lupus eritematoso sistemico, linfomi, arterite temporale di Horton, sindrome di Ehlers-Danlos, ecc.

Secondo alcuni studi potrebbe sussistere un'origine autoimmune o ereditaria (gene SEPT9 del cromosoma 17).

Diagnosi

La diagnosi viene effettuata per mezzo di un esame obiettivo e per mezzo di esami strumentali quali risonanza magnetica nucleare (RMN), elettromiografia, radiografia (RX).

Tuttavia, a causa dell'aspecificità dei sintomi e la rarità della patologia, per identificare con certezza la sindrome di Parsonage-Turner, è soprattutto importante effettuare una buona diagnosi differenziale allo scopo di non confonderla con patologie completamente differenti ma dai sintomi affini.

Alcune patologie dal quadro clinico parzialmente sovrapponibile sono:

Terapia

La terapia segue le fasi della sindrome.

Nella prima fase, in cui prevale il dolore, viene generalmente prescritta una terapia antidolorifica basata su riposo e farmaci antidolorifici.

Nella seconda fase, in cui prevale il deficit di forza, la terapia è basata sul rinforzo muscolare per cui ci si orienta sulla fisioterapia e sulla sull'esecuzione di esercizi mirati.

Trattamento osteopatico della sindrome di Parsonage-Turner

Da un punto di vista osteopatico, la sindrome di Parsonage-Turner viene trattata similmente a una cervicobrachialgia, ma il lavoro di correzione viene effettuato in maniera più approfondita e particolareggiata.

In generale i distretti di maggiore interesse sono il cranio, il tratto cervicale e l'arto superiore, oltre che il torace e la colonna cervico-dorsale.

Vediamo a seguire nel dettaglio.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

La base del cranio presenta sempre restrizioni e spesso anche di una certa entità per cui, nella maggior parte dei casi, il trattamento osteopatico parte proprio dal trattamento del sistema cranio-sacrale.

A livello craniale si osservano spesso restrizioni a livello delle principali suture, limitazioni del movimento di espansione globale e un rallentamento del parametro di frequenza.

In alcuni casi si può arrivare a una limitazione così importante dei parametri dinamici da dare origine a una compressione craniale: con tale termine in Osteopatia si in tende una quasi assenza di plasticità craniale.

Tali limitazioni devono essere assolutamente corrette poiché molto spesso si proiettano in discesa attraverso sistemi di trasmissione fra cui soprattutto le fasce cervicali, il sistema ioideo e la mandibola.

La spalla è molto influenzata dalle tensioni cranio-sacrali.

Per esempio attraverso la mandibola e il sistema ioideo, in particolare per quanto riguarda il muscolo omoioideo, le tensioni craniali arrivano sulla scapola in maniera molto diretta.

Allo stesso modo le tensioni occipitali e temporali giungono sulla scapola attraverso la fascia e le fibre del muscolo trapezio.

Adattamenti osteopatici del tratto cervicale

Gli adattamenti osteopatici del tratto cervicale si riflettono sulla spalla in maniera molto diretta.

Innanzitutto a livello cervicale emerge il plesso brachiale, cioè il fascio di nervi diretto all'arto superiore, per cui una qualsiasi compromissione a questo livello, si riflette facilmente sull'arto superiore.

Un ruolo importante hanno anche i muscoli scaleni, situali lateralmente alle vertebre cervicali, le cui contratture vanno a comprimere il plesso brachiale appena all'uscita dai forami di coniugazione vertebrali.

A queto proposito ricordiamo che la sindrome di Parsonage-Turner presenta una connotazione spiccatamente neurogena, per cui salvaguardare l'integrità funzionale del plesso brachiale è fondamentale.

Anche il muscolo elevatore della scapola ha un ruolo nelle disfunzioni dell'arto superiore: questo muscolo infatti origina dal tratto cervicale e si inserisce direttamente sulla scapola, per cui una contrattura di questo elemento crea una notevole tensione sulla spalla.

Oltre a questo anche le fasce cervicali, soprattutto superficiale e media, hanno rapporti molto diretti con il cingolo scapolare, e trasmettono tensioni a partire sia dal cranio che diffusamente da tutto il tratto cervicale.

Ancora tutta la zona ioidea, situata a livello cervicale, può trasmettere tensioni dall'alto ma può anche generarle, soprattutto in presenza di contratture dei muscoli ioidei.

In sintesi, in caso di sindrome di Parsonage-Turner, il tratto cervicale deve essere attentamente revisionato.

Adattamenti osteopatici del dorso e della gabbia toracica

Il tronco presenta un grande interesse in caso di sindrome di Parsonage-Turner poiché da qui originano importanti muscoli diretti alla scapola e alla spalla in generale.

Dorsalmente sono innanzitutto presenti i grandi muscoli dorsale e trapezio che hanno un'influenza importante sulla spalla in virtù delle loro dimensioni.

A livello funzionale, tuttavia, i muscoli rivestono un ruolo decisivo sono soprattutto il muscolo dentato anteriore e romboide.

Il deficit del muscolo dentato anteriore, in particolare, provoca il fenomeno della scapola alata, abbastanza comune nel Parsonage-Turner.

Il muscolo dentato anteriore origina dal torace ma è innervato dal nervo toracico lungo, che deriva dal plesso brachiale, per cui gli adattamenti osteopatici sia del tratto cervicale che del torace possono ripercuotersi sulla fisiologia di questo muscolo ed essere all'origine di una scapola alata funzionale.

Il muscolo romboide presenta un ruolo minore ma comunque importante, dal momento che collega la scapola alla colonna vertebrale contribuendo quindi a tenerla adesa alla gabbia toracica.

Anteriormente è presente il muscolo piccolo pettorale, le cui contratture abbassano la scapola e provocano una compressione sul plesso brachiale.

Inoltre anche il muscolo grande pettorale ha un ruolo poiché è molto potente e traziona in avanti l'omero.

Adattamenti osteopatici del cingolo scapolare e del braccio

Con il termine cingolo scapolare si fa riferimento alla struttura osteo articolare costituita da scapola e clavicola: il cingolo scapolare ha un ruolo fondamentale poiché collega l'arto superiore al tronco.

Sia scapola che clavicola possono presentare adattamenti funzionali.

La scapola può andare incontro a limitazioni nei propri movimenti di rotazione interna o esterna: questo può dipendere da tensioni o deficit muscolari al contorno o da restrizioni di mobilità a livello dell'articolazione con la clavicola.

I muscoli in grado di trasformarsi in fattori di limitazione per la scapola sono moltissimi: alcuni di essi sono il romboide, l'elevatore della scapola, il grande dorsale, oltre che i muscoli diretti all'arto superiore.

Inoltre, come già esposto, assume un'importanza particolare il muscolo dentato anteriore il cui deficit provoca il segno della scapola alata.

Per quanto riguarda la clavicola, questo elemento può presentare limitazioni nei suoi movimenti di rotazione anteriore o posteriore trasformandosi in fattore di limitazione per la scapola.

Inoltre inferiormente alla clavicola transita il plesso brachiale, diretto all'arto superiore e alla mano: in questo modo le tensioni della clavicola possono andare a comprimere i fasci nervosi che restano pinzati fra clavicola e gabbia toracica.

A livello del braccio transitano i nervi mediano, ulnare e radiale diretti alla mano per cui eventuali tensioni dei muscoli flessori o estensori dell'avambraccio possono perturbarne il decorso.

Adattamenti osteopatici dell'avambraccio e della mano

Gomito e avambraccio presentano zone di passaggio di tronchi nervosi spesso sede di problemi.

A livello del gomito sono presenti strettoie possono dare origine a compressioni locali, talvolta molto specifiche come la sindrome del tunnel cubitale o la sindrome del tunnel radiale.

Anche l'avambraccio presenta zone a rischio per il transito dei tronchi nervosi, soprattutto in relazione alla grande quantità di fasci muscolari qui presenti.

In particolare i muscoli profondi dell'avambraccio presentano un ruolo importante nella genesi della sintomatologia del Parsonage-Turner, in particolare il muscolo pronatore quadrato, situato in prossimità del polso.

Tutti questi stretti passaggi possono essere sedi di perturbazioni neurologiche periferiche poiché lo spazio già ridotto può essere facilmente soggetto a ulteriori restrizioni da parte delle strutture circostanti, in particolare in presenza di adattamenti funzionali.

Anche la mano è oggetto di interesse osteopatico poiché in questa sede si riscontrano spesso contratture a livello palmare e interosseo e, in qualche caso, limitazioni articolari a livello del carpo.

Anche in questo caso la presenza di adattamenti funzionali può generare perturbazioni sui terminali nervosi periferici e quindi sintomatologie come mani fredde o formicolio.

Casi reali

Riferisco il caso di un pensionato di 63 anni affetto da sindrome di Parsonage-Turner alla spalla sinistra da diversi mesi.

È necessario premettere che il Parsonage-Turner si inseriva in un contesto complicato, poiché il Paziente aveva perso la moglie da poco ed era quindi appena uscito da un periodo estremamente difficile, in seguito al quale aveva incominciato a manifestare una serie di disturbi di cui non aveva mai sofferto precedentemente tra cui colite, mal di schiena, vertigini e, appunto, anche il problema alla spalla.

Il dolore alla spalla era sopraggiunto improvvisamente una sera apparentemente tranquilla, quando il Paziente si trovava a cena in compagnia dei figli e dei nipoti.

A partire da questo esordio il dolore era rimasto in una fase acuta e subacuta per circa un mese dopodiché era andato scemando sia di intensità che di frequenza fino a trasformarsi in un sintomo abbastanza sopportabile.

Passata la fase acuta, come spesso accade, era insorto un importante deficit di forza associato a un'ipotrofia selettiva dei muscoli sovraspinato e sottospinato piuttosto marcata.

Il Paziente ha così incominciato a intraprendere un ciclo di fisioterapia basato su esercizi di rinforzo muscolare ed elettrostimolazioni locali ma tuttavia con scarsi risultati.

Solo dopo due mesi il Paziente si è rivolto all'Osteopatia: al momento della consultazione la fase dolorosa era già praticamente terminata ma restava il problema del deficit di forza che rendeva impossibile alzare il braccio verticalmente in maniera completa.

All'esame osteopatico il Paziente presentava adattamenti importanti a livello craniale e cervicale, oltre che a tensioni circostanti la scapola e contratture a livello dei muscoli del braccio.

Risolto il quadro adattativo, per quanto riguarda il trofismo muscolare il recupero è stato piuttosto rapido, nel senso che già dopo un paio di settimane le fosse sopraspinata e sottospinata erano già sensibilmente carnose, per quanto non ancora del tutto trofiche.

La mobilità del braccio è migliorata: la forza muscolare è stata recuperata in alta percentuale e la mobilità del braccio è visibilmente aumentata.

Al termine di un iter di tre sedute in un mese, il recupero della forza è stato certamente superiore al cinquanta per cento.

Il Paziente è stato rivisto dopo circa un altro mese ed era quasi completamente ristabilito.

È corretto precisare che, in caso di Parsonage-Turner, le risposte dei Pazienti sono sempre piuttosto individuali: in alcuni casi le situazioni si risolvono in breve tempo mentre in altri casi sono necessarie anche diverse settimane.

In ogni caso l'intervento osteopatico normalmente accelera molto sia la remissione del dolore che il recupero della forza muscolare.

Condividi questo articolo