Dolore alla spalla
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta il dolore alla spalla.

Il male alla spalla costituisce un motivo di consultazione molto frequente in uno studio osteopatico.

Quasi tutte le patologie della spalla si sviluppano infatti a partire da disguidi meccanici delle articolazioni per cui l'Osteopatia costituisce un rimedio di prima scelta: la percentuale di successo è molto alta.

Anatomia della spalla

La spalla è l'articolazione più mobile del corpo umano.

Si tratta di un giunto articolare estremamente adattativo, in grado di permettere ampia possibilità di movimento all'arto superiore.

La spalla
L'articolazione scapolo-omerale
Kapandji - Fisiologia articolare
vol. I - Pag.45

Al tempo stesso la spalla garantisce anche grande stabilità all'arto superiore ed è in grado di sostenere sforzi molto importanti.

Pertanto, al tempo stesso, la spalla garantisce al braccio sia mobilità che stabilità.

Per soddisfare queste esigenze meccaniche la spalla presenta un'architettura del tutto particolare.

La grande ampiezza articolare è favorita da una struttura capsulo legamentosa piuttosto esigua: la spalla, proprio perché ha necessità di muoversi ampiamente, presenta un apparato articolare molto lasso. Se così non fosse i movimenti sarebbero più limitati, come avviene per esempio a livello dell'anca.

Tuttavia, per compensare questa debolezza capsulo legamentosa, la spalla presenta una struttura muscolare molto sviluppata.

Questo non tanto in termini di volume muscolare, quanto piuttosto in termini di organizzazione anatomica e neuromuscolare.

Vale a dire la spalla è sostenuta da un insieme di muscoli disposti e organizzati in maniera estremamente raffinata, che lavorano tra loro grazie a una perfetta coordinazione neuromuscolare e propriocettiva.

Segni e sintomi a livello della spalla

I due segni tipici che costringono il Paziente ad attivarssi per cercare un rimedio sono tipicamente il dolore e la limitazione articolare.

Dolore alla spalla

Il sintomo principale è sempre il dolore.

Il male alla spalla può esprimersi secondo diverse modalità in base a diversi parametri, di cui sotto un elenco sommario.

Alcuni di questi parametri non sono esclusivi ma possono presentarsi contemporaneamente.

In base alla localizzazione il dolore alla spalla generalmente si manifesta:

Dolore alla spalla

In base alla modalità espressiva:

In base alla frequenza:

In base all'intensità:

Limitazione articolare

La limitazione della libertà articolare è un altro parametro importante che generalmente è associato al male alla spalla.

Talvolta può presentarsi anche in assenza di dolore: il Paziente non presenta dolore ma non riesce a muovere la spalla.

La limitazione articolare può dipendere sia da cause di tipo strutturale che da cause di tipo funzionale.

Vale a dire che la spalla può essere limitata nei movimenti sia per il fatto che è danneggiata strutturalmente sia per il fatto che presenta disfunzioni di tipo meccanico.

Tuttavia bisogna considerare che la maggior parte dei danni strutturali sono essi stessi conseguenza di disfunzioni di tipo meccanico.

Per cui, in caso di blocco articolare, l'intervento osteopatico è comunque sempre necessario.

Principali cause del dolore alla spalla

Il dolore alla spalla normalmente dipende da disguidi funzionali risolvibili con l'Osteopatia.

In alcuni casi è possibile che il dolore alla spalla dipenda da patologie gravi o patologie reumatiche in senso stretto ma, nella maggior parte dei casi la spalla è vittima di disfunzioni meccaniche.

Spesso tuttavia il dolore alla spalla viene interpretato come l'effetto di meccanismi fisiopatologici o generici fattori di rischio che, nella maggior parte dei casi, sono essi stessi conseguenza di disfunzioni osteopatiche.

In ultima analsi si tratta pertanto di situazioni riconducibili in gran parte a disguidi di tipo osteopatico.

Cause fisiopatologiche

Molte affezioni o evidenze radiolografiche che emergono in seguito a indagini diagnostiche sono spesso interpretate come causa primaria di dolore alla spalla.

Vedremo che in realtà ciò non corrisponde sempre al vero in quanto non solo, di per sé, molte di queste affezioni sono del tutto asintomatiche ma spesso sono già esse stesse conseguenza di una disfunzione osteopatica.

Spesso questi fenomeni finiscono per costituire falsi bersagli su cui vengono orientate le varie terapie.

Tra l'altro, dal momento che queste affezioni si presentano sempre in gruppo, i protocolli terapeutici per la spalla si trasformano spesso in un insieme di terapie ognuna orientata a un singolo sintomo, ma senza riuscire a risalire alla causa originaria del problema nel suo insieme.

Non si giunge mai ad una vera soluzione.

Vediamo nel dettaglio le affezioni più frequentemente ritenute causa primaria di dolore alla spalla.

Cause ambientali o professionali

In molti casi un dolore alla spalla si scatena in seguito a uno specifico evento o si manifesta come conseguenza di una particolare situazione dettata da motivi professionali o da semplice abitudine.

Riportiamo alcuni esempi:

In realtà in questi casi una disfunzione dinamica che coinvolge la spalla è già presente alla base.

Tale disfunzione normalmente si costruisce nel tempo, per acquisizioni successive, o può essere originata da cause traumatiche non riconducibili direttamente alla spalla.

Non potendo ovviamente essere cosciente di avere la spalla in disfunzione, il Paziente tende a considerare le suddette eventualità le vere cause del dolore alla spalla.

Per esempio molti Pazienti sono convinti di dormire male (per quello che può significare!), altri imputano la causa del male alla spalla al fatto che portano la borsa o i pesi solo da un lato, altri attribuiscono l'origine del dolore alla spalla all'attività sportiva, ecc.

In realtà è vero che il dolore alla spalla può aumentare, per esempio, durante lo svolgimento di un determinato movimento, ma questo non significa che quel particolare movimento sia sbagliato.

Semplicemente in questi casi la spalla presenta già delle disfunzioni osteopatiche e, man mano che la si usa, sviluppa sintomatologie dolorose sempre più gravi.

In questi casi è necessario un intervento osteopatico.

Esito di lussazione

In alcuni casi un dolore alla spalla può essere l'esito di una lussazione.

La lussazione è un evento particolarmente traumatico poiché implica il dislocamento della testa dell'omero fuori dalla propria sede articolare, con grave danno per la capsula e per l'apparato legamentoso dell'intera spalla.

In caso di lussazione l'articolazione coinvolta in maniera diretta è l'articolazione scapolo omerale ma, in realtà, tutto il complesso della spalla ha conseguenze indirette importanti.

In seguito a un trauma in lussazione, la spalla inizialmente torna a essere funzionale ma, a seconda della gravità dell'evento, non sempre riesce a riacquistare l'integrità originaria.

La spalla lussata
La spalla lussata

Questo perché quando la testa dell'omero fuoriesce per la prima volta, solitamente lacera la capsula fibrosa e soprattutto provoca una distrazione dei legamenti gleno omerali.

La capsula, una volta indebolita, sarà meno contenitiva e questo potrebbe favorie l'insorgenza di nuove lussazioni.

In alcuni casi le lussazioni sono talmente frequenti che il Paziente riesce a ridurre da solo la spalla e non prova neanche più dolore.

Le lussazioni recidivanti sono situazioni invalidanti e in questi casi è utile una consultazione chirurgica per cercare di dare una maggiore stabilità alla spalla.

Tuttavia questo tipo di intervento potrebbe non essere sufficiente a restiture una corretta funzionalità alla spalla.

Infatti, parallelamente al trauma fisico, in caso di lussazione si instaura sempre anche uno squilibrio funzionale a livello dei muscoli e delle strutture della spalla.

Nel senso che alcune parti inevitabilmente tendono a contrarsi, a bloccarsi o a incastrarsi.

Risolta pertanto l'urgenza, resta comunque attiva la disfunzione meccanica, che continua a mantenere la spalla in uno stato di instabilità.

Lo squilibrio meccanico contribuisce in maniera significativa a creare le condizioni per lo sviluppo di nuove lussazioni.

Il disguido meccanico secondario a una lussazione, pertanto, deve essere assolutamente trattato allo scopo di riportare le strutture portanti della spalla sulla propria fisiologia.

Se non si lavora in questo senso la spalla continuerà inevitabilmente a lavorare in maniera scorretta e a manifestare problemi, anche qualora venga stabilizzata chirurgicamente.

Non a caso la spalla, in seguito a una lussazione, va spesso incontro a fenomeni artrosici o ad altre forme di degenerazione.

Pertanto, in seguito a una lussazione, una revisione osteopatica è fortemente consigliata.

Esito di altri eventi traumatici

Come nel caso della lussazione, un dolore alla spalla può essere la conseguenza di un trauma importante.

Ricordiamo per esempio:

In tutti questi casi, al danno tissutale si accompagna sempre un disguido meccanico.

Mentre il danno ai tessuti può rientrare da solo o essere trattato chirurgicamente, il disguido meccanico deve essere trattato a parte, preferibilmente lontano dalla fase acuta.

Vale a dire, una volta risolta l'urgenza, la spalla deve essere revisionata e valutata allo scopo di escludere la presenza di disfunzioni dinamiche attive.

Qualora fossero in atto problemi di tipo meccanico è assolutamente necessario trattarli e risolverli.

Il trattamento di tipo funzionale non deve essere sottovalutato: un'omissione del genere comporta l'instaurazione di problemi importanti sul medio e lungo periodo.

Se l'articolazione, una volta riparata, continua a lavorare male andrà incontro a nuovi problemi in futuro.

In caso di traumi gravi, pertanto, un intervento osteopatico è assolutamente necessario.

Rimedi tradizionali per il dolore alla spalla

In caso di dolore alla spalla il Paziente generalmente si rivolge al Medico di Medicina Generale che lo avvia verso percorsi terapeutici tradizionali.

Esistono molte possibilità di intervento che vanno da semplici applicazioni locali fino a forme di terapia più invasive nei casi più gravi.

Solitamente la scelta terapeutica dipende dal grado di gravità della situazione.

In caso di problemi lievi solitamente vengono indicate soluzioni blande mentre nei casi più importanti possono essere prese in considerazione terapie più invasive.

Terapia farmacologica blanda

Solitamente, in caso di male alla spalla, il primo tentativo di soluzione è costituito dalla terapia farmacologica.

Il farmaco infatti agisce piuttosto in fretta e, se il problema non ha un'intensità eccessiva, a volte può essere risolutivo.

In caso di dolore blando possono essere prescritti semplici prodotti da banco.

Solitamente si tratta di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) anche se in qualche caso nei prodotti da banco può essere presente cortisone.

Fisiokinesiterapia

Per Fisiokinesiterapia si intende un gruppo di metodiche basate su principi fisici.

Fra queste rientrano sia la fisioterapia in senso stretto, basata sulla rieducazione motoria, sia la terapia fisica basata su applicazioni come ultrasuoni, TENS, tecarterapia, jonoforesi, ecc.

Anche il massaggio rientra nelle pratiche della fisiokinesiterapia.

La Fisiokinesiterapia è praticamente esente da effetti collatrali e, come anche i farmaco, cura i sintomi.

Terapia farmacologica più specifica

Quando con i rimedi precedenti non si riesce a risolvere il problema il Paziente viene avviato verso terapie farmacologiche più specifiche.

I farmaci, in questi casi, vengono somministrati tramite iniezioni intracapsulari comunemente dette infiltrazioni.

I farmaci che vengono utilizzati si distinguono in due categorie:

Questa sostanza è una componente essenziale della cartilagine articolare. Pertanto, nel caso in cui la cartilagine articolare è erosa, viene somministrata questa sostanza allo scopo di favorirne la ricrescita.

Onde d'urto

Si tratta di una terapia non invasiva orientata al trattamento delle calcificazioni tendinee e degli aspetti flogistici.

Le onde d'urto, da un punto di vista fisico, sono onde acustiche ad alta energia in grado di provocare effetti mecanici e termici sul campo di applicazione.

Di fatto l'onda d'urto, nel caso di patologie della spalla, è finalizzata a innescare processi di riparazione dei tessuti localmente.

Vale a dire che la zona esposta a terapia viene stimolata a reagire da un punto di vista biologico allo scopo di innescare processi di guarigione.

Intervento chirurgico

Se con le terapie precedenti non si hanno ancora risultati allora può essere presa in considerazione la via chirurgica, sicuramente la metodica più invasiva.

Da un punto di vista chirurgico lo scopo è quello di ripristinare le parti danneggiate nella speranza che questo possa portare benefici da un punto di vista sintomatico e funzionale.

Normalmente gli interventi chirurgici vengono eseguiti in artroscopia, mediante microsonde, al fine di non rovinare eccessivamente la capsula articoalre.

L'intervento chirurgico è indicato in caso di lacerazioni tendinee, presenza di calcificazioni o danni articolari di varia natura.

Qualora non siano presenti danni organici importanti, il chirurgo può optare per una semplice pulizia articolare, vale a dire una rimozione di impurità dai tessuti articolari.

Terapie complementari

Le terapie complementari o alternative sono terapie non incluse nei protocolli sanitari convensionali.

Alcune di esse tuttavia hanno portano benefici ai Pazienti e, soprattutto, sono prive di effetti collaterali.

Parliamo di agopuntura, massaggio shiatsu, massaggio ayurvedico, fitoterapia, ecc.

Queste applicazioni possono in effetti, se non risolvere, essere di aiuto ai Pazienti come supporto alle terapie tradizionali.

Trattamento osteopatico della spalla

L'aproccio osteopatico alla spalla differisce in maniera importante dall'approccio tradizionale visto in precedenza.

Le metodiche tradizionali, infatti, pur molto variegate sono tutte orientate alla soppressione del sintomo o, al massimo, al trattamento di cause di ordine secondario.

Al contrario, l'Osteopatia riesce a risalire a cause di ordine superiore e ad agire ad un più alto livello.

Per esempio in caso di lacerazione tendinea, è necessario capire perché il tendine si è danneggiato.

Se il danno è avvenuto su base degenerativa allora bisogna, oltre che riparare il tendine, lavorare sulle cause a monte, cioè sulle cause che hanno portato il tendine a degenerarsi.

Normalmente tali degenerazioni avvengono su base meccanica, vale a dire il tendine o il legamento lavorano in maniera afisiologica, subendo stress meccanici anomali e, nel corso del tempo, finiscono per indebolirsi e lacerarsi.

Se si va a riparare il tendine ma non si lavora sulle cause meccaniche che hanno portato il tendine a rovinarsi, dopo un po' di tempo una nuova lacerazione si ripresenterà, è inevitabile.

La spalla 1, Osteopatia, Genova

Attraverso l'Osteopatia è possibile invece risalire alle cause a monte: è possibile cioè ripristinare la fisiologica funzione della spalla.

In questo modo l'Osteopatia garantisce una significativa regressione del dolore e, in prospettiva, protegge l'articolazione da fenomeni degenerativi su base meccanica.

Riportando l'articolazione sui propri assi di mobilità ed eliminando tutti i fattori disfunzionali, è possibile pertanto garantire una tenuta stabile dell'articolazione che non andrà più incontro a recidive o ricadute.

In caso non siano presenti danni strutturali all'articolazione, la situazione è ancora più favorevole e i risultati saranno naturalmente molto migliori.

Da un punto di vista osteopatico in caso di dolore alla spalla l'indagine incomincia dalla spalla ma poi si estende necessariamente a tutta la periferia a cui la spalla è strettamente connessa.

Adattamenti osteopatici della spalla

A volte l'origine osteopatica di un problema della spalla risiede nella stessa spalla.

Questo potrebbe sembrare all'apparenza un fatto ovvio ma in effetti, nella maggior parte dei casi, non è così.

Vale a dire che la maggior parte delle volte la spalla subisce stress dinamici che partono da altri distretti, come vedremo.

Tuttavia, in alcuni casi, effettivamente il problema può avere un'origine intrinseca.

In questi casi le parti maggiormente coinvolte sono la scapola e la clavicola, sia da un punto di vista articolare che da un punto di vista muscolo fasciale.

Per quanto riguarda la scapola spesso si riscontrano adattamenti in rotazione ma soprattutto contratture profonde dei muscoli della cuffia dei rotatori.

Si rilevano contratture prevalentemente a livello dei muscoli sovraspinato e sottoscapolare ma anche sul margine laterale della scapola, a livello del muscolo piccolo rotondo.

Anteriormente è spesso coinvolto il muscolo piccolo pettorale, le cui contratture provocano tensioni profonde con ripercussioni anche a livello cervicale.

Per quanto riguarda la clavicola, spesso si rilevano traslazioni verso il basso, a comprimere il fascio vascolo nervoso del braccio.

In qualche caso questa alterazione può dare origine alla cosiddetta sindrome dello stretto toracico superiore, una compressione vascolo nervosa che può infastidire l'arto superiore.

Da un punto di vista articolare si possono riscontrare adattamenti osteopatici a livello delle articolazioni sterno costo claveare, con il frequente coinvolgimento del muscolo succlavio, e dell'articolazione acromion claveare.

L'articolazione scapolo omerale può essere soggetta a restrizioni di mobilità specifiche ma statisticamente non in maniera frequente.

Esistono poi altre strutture minori che possono essere soggette a disfunzioni.

Tuttavia è bene ricordare che tali adattamenti spesso sono sostenuti da catene disfunzionali in partenza dalla periferia della spalla.

Per cui un trattamento della spalla effettuato in maniera isolata, non integrato in un progetto di riequilibrio allargato anche agli altri sistemi, è spesso improduttivo.

È necessario quindi ampliare l'indagine considerando anche la periferia.

Adattamenti osteopatici di tipo cranio sacrale

Molto spesso, in caso di problemi alle spalle, sono in atto adattamenti di tipo cranio sacrale.

Tali forme di adattamento danno origine a tensioni meccaniche che, a partire dalla base del cranio, si riflettono verso il basso attraverso le fasce cervicali (soprattutto profonda e media).

Il trattamento cranio sacrale

Le disfunzioni della base del cranio sono un fattore di limitazione decisivo in caso di dolore alla spalla e devono essere trattate con la massima cura.

Per comprendere l'importanza di tale fenomeno è sufficiente considerare che, in qualche caso, il solo trattamento della base del cranio è sufficiente a restituire mobilità a una spalla bloccata.

Generalmente, in caso di dolore alla spalla, sono maggiormente coinvolti i quadranti anteriori della base del cranio, anche se ciò non può essere considerato una regola in senso assoluto.

Spesso si riscontrano comunque disfunzioni a livello del massiccio facciale o comunque adattamenti dello sfenoide.

A partire da questo livello, la tensione meccanica è trasferita in maniera diretta, attraverso le fasce cervicali, alle prime coste e alla clavicola, oltre che alla scapola.

Queste tensioni coinvolgono i muscoli del collo e, attraversando la spalla, terminano sulle fasce del braccio a diversi livelli.

Senza entrare inutilmente in dettagli troppo tecnici, è sufficente capire che per trattare efficacemente la spalla non si può prescindere dal trattamento della base del cranio.

Per maggiori informazioni sul trattamento del sistema cranio sacrale rimandiamo alla sezione apposita.

Adattamenti osteopatici del tratto dorsale e del torace

In alcuni casi catene disfunzionali a partenza dorsale o toracica possono attraversare o terminare sulla spalla.

Sia le disfunzioni vertebrali che le disfunzioni costali possono compromettere la mobilità della spalla in considerazione degli stretti rapporti anatomici fra vertebre dorsali, gabbia toracica e spalla.

Il trattamento osteopatico del torace

Sulle coste infatti trovano inserzione i muscoli toraco appendicolari (grande pettorale, piccolo pettorale, succlavio, dentato anteriore), mentre dalle vertebre partono i fasci spino appendicolari (trapezio, grande dorsale, romboide, elevatore della scapola).

Tutti questi muscoli possono essere sede di contratture o costituire veicolo di tensioni meccaniche capaci di limitare la mobilità della spalla.

Per esempio una disfunzione di una testa costale (la parte della costa articolata con le vertebre) può andare a limitare la mobilità dell'intera costa.

Se da quella costa partono fasci muscolari diretti alla spalla, il problema costale viene trasferito alla spalla in maniera molto diretta.

Situazioni del genere si riscontrano ordinariamente e con una certa frequenza.

In questi casi il Paziente potrebbe non riferire dolori al torace ma presentare limitazioni funzionali o dolore alla spalla.

Quindi per liberare la spalla è necessario riequilibrare la meccanica toracica e costo vertebrale.

Adattamenti osteopatici di tipo viscerale

Un adattamento osteopatico a livello dei visceri può riflettersi sulla funzione articolare della spalla.

In altri termini quando, da un punto di vista dinamico, un viscere è adattato secondo uno schema disfunzionale (si muove male) allora questo potrebbe dare origine a catene muscolo fasciali di compenso che si riflettono sullo scheletro e sulle articolazioni.

Onde evitare fraintendimenti, è opportuno precisare che il viscere che presenta una disfunione osteopatica in realtà funziona perfettamente, non è malato.

Semplicemente si muove in maniera ridotta rispetto alle sue possibilità.

Il trattamento viscerale

Questo crea un nodo a partire da cui partono linee di forza veicolate da catene muscolo fasciali che terminano sulla periferia.

Per esempio le disfunzioni del fegato si riflettono a volte sul dorso e sulla spalla destra mentre le disfunzioni dello stomaco sulla spalla sinistra.

Anche a livello intestinale possono essere presenti restrizioni sui legamenti mesenterici che portano riflessi verso l'alto.

Spesso vengono innescati anche meccanismi riflessi di tipo neurologico, soprattutto attraverso fibre ortosimpatiche.

I visceri infatti ricevono un'innervazione autonoma prevalentemente dal tratto dorsale, quindi una disfunzione viscerale può andare, per via riflessa, a dare restrizioni al tratto dorsale e da lì, indirettamente, creare problemi alle spalle.

In questi casi per liberare la spalla è necessario trattare i visceri.

Il trattamento dei visceri viene praticato attraverso manovre dolci, non invasive ed è sempre piuttosto piacevole.

Inoltre il trattamento dei visceri è sempre molto liberatorio e va oltre l'aspetto puramente meccanico o riflessogeno: in qualche raro caso ho potuto assistere a inaspettati sblocchi di tipo somato emozionale piuttosto intensi.

Casi reali

La spalla è trattata con estrema frequenza in uno Studio di Osteopatia.

I problemi della spalla colpiscono la popolazione in maniera piuttosto trasversale, coinvolgendo entrambi i sessi e ampie fasce d'età, indipendentemente da mestieri e professioni.

Riporto il caso di un meccanico di 54 anni che lamentava dolore alla spalla destra con associata limitazione funzionale, non riusciva ad alzare il braccio oltre un certo livello.

Il problema era iniziato sei mesi prima in maniera subdola, vale a dire il Paziente presentava un leggero dolore, soprattutto a riposo, che attribuiva all'attività professionale.

Nel corso del tempo tuttavia il dolore è progressivamente aumentato di intensità fino a limitare e ostacolare il sonno notturno.

A quel punto il Paziente si è rivolto al Medico di Medicina Generale che, dopo avergli prescritto antidolorifici da banco, lo ha avviato versouna serie di accertamenti.

Dalla risonanza magnetica è emerso che la spalla presentava edema osseo a livello della testa dell'omero, borsite sottoacromion deltoidea e segni di sofferenza del tendine del capo lungo del bicipite.

Inoltre erano presenti piccole calcificazioni a livello del tendine del sovraspinato.

Il Paziente è stato così avviato a un ciclo di fisiokinesiterapia che lo ha impegnato per un paio di settimane e subito dopo a un altro ciclo di fisiokinesiterapia, più o meno della stessa durata.

Nel corso di tutto questo tempo il problema è tuttavia peggiorato nel senso che la spalla, sempre dolente, ha incominciato a dare anche segni di limitazione nell'ampiezza dei movimenti.

Inoltre il dolore è comparso anche nelle ore diurne, soprattutto durante lo svolgimento di determinati movimenti.

Il Paziente, tornato dal Medico di Medicina Generale, è stato avviato a terapia infiltrativa che per una decina di giorni ha avuto effetto sul dolore, non sulla limitazione articolare.

Tuttavia, trascorso un certo periodo, il dolore ha incominciato nuovamente a presentarsi.

Sono state tentate onde d'urto e ripetuto un ciclo di massaggi, senza risultato.

Dal momento che il problema non accennava a risolversi ha incominciato a farsi strada la possibilità di un intervento chirurgico.

Il Paziente tuttavia era piuttosto contrario a questa soluzione per cui ha ancora tentato con l'agopuntura e con altre soluzioni alternative, tra cui l'Osteopatia.

Questo Paziente è arrivato all'Osteopatia piuttosto sfiduciato, considerandola un estremo tentativo.

Tuttavia attraverso le tecniche osteopatiche la situazione, per la prima volta dopo mesi, ha finalmente dato segno di cambiamento.

Il Paziente, incoraggiato dai primi segni di recupero, ha perseguito l'iter osteopatico fino in fondo per un totale di sei sedute diluite in due mesi.

Al termine di detto periodo il problema era praticamente risolto: il dolore notturno scomparso, il dolore sotto sforzo ancora minimo ma in calo e la mobilità recuperata quasi del cento per cento.

Il problema di questo Paziente era tutto sommato semplice: vi era una grossa componente cranio sacrale associata a contratture profonde in partenza dalla gabbia toracica e dalla scapola, in particolare per quanto riguarda il muscolo sopraspinato.

La lunga durata del recupero (più di due mesi) è dipesa soprattutto dal fatto che questi problemi erano in atto da tanto tempo.

Il Paziente ha incominciato a lamentare i primi sintomi sei mesi prima ma, con tutta probabilità, lo schema disfunzionale era già in atto da diverso tempo.

È necessario capire che una disfunzione, se mantenuta per tanto tempo, tende a strutturarsi, a consolidarsi e a creare adattamenti sui tessuti molli.

A quel punto il percorso di rientro diventa un po' più lungo perché bisogna dare il tempo ai tessuti di riadattarsi sulla propria fisiologia.

È vero che in realtà questo Paziente era stato sottoposto a numerose terapie, ma è anche vero che in tutto questo arco di tempo le cause primarie del problema, effettivamente, non erano state neanche lontanamente intaccate: lo schema disfunzionale era ancora in atto.

Solo a partire dalla correzioni osteopatiche la situazione ha incominciato a risolversi.

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